QUANDO LA TRASGRESSIONE CI AIUTA A DIMAGRIRE PER SEMPRE
Quando si decide di fare una dieta, per chi sa già cosa vuol dire “ fare dieta “, spesso è una decisione sofferta, perché tornano alla mente tutti i fallimenti precedenti e spesso si riprova, si ritenta, si inizia una nuova dieta sperando che questa sia la volta buona e che sia l’ultima, quell’ultima dieta che ci farà dimagrire per sempre!!
Ben presto ci si rende conto che così non sarà.
Non lo sarà, perché non lo è quasi mai: quando si dimagrisce seguendo una dieta “RIGIDA”, quella cioè che ci impone di seguire uno schema fisso dal quale non bisogna assolutamente allontanarsi.
Schema rigido, regole ferree e desiderio di cibo proibito, mettono a dura prova la volontà di chi si “mette a dieta”.
Nasce così la voglia di trasgressione, la voglia di cedere ad una più o meno allettante tentazione e, prima o poi, si perde il controllo e si entra in una fase di “ non dieta”, una fase senza regole, dove si ricomincia a mangiare cibo inutile, cibo spazzatura.
Si mangia…..si mangia senza controllo, in modo compulsivo, dimenticando completamente i propositi di non farlo più.
E ci si sente in colpa!!
I sensi di colpa rappresentano il punto chiave da dove nascono anche i disturbi del comportamento alimentare ( Anoressia, Bulimia, Anoressia con Bulimia, Binge Eating Disorders, ecc..).
L’esperienza dei sensi di colpa ripetuta porta, nel tempo, alla nascita ed al perpetuarsi di forme depressive e di pensieri fallimentari, che rappresentano essi stessi la causa di una accanita ricerca del cibo e ad un inevitabile aumento di peso.
Ed ecco che la dieta, seguita dalla trasgressione, porta al recupero del peso perduto raggiungendo livelli anche maggiori di quello iniziale.
L’aumento di peso è grave, di per se, ma assume una maggiore gravità se si pensa ai danni che questo ulteriore fallimento crea a livello psicologico.
Chi ha vissuto l’esperienza dei sensi di colpa sa bene come diventa sempre più difficile “ riprovare “ un’altra dieta.
E’ proprio questa calma e rassegnazione apparente che nasconde travagli interiori e che porta ancora all’appagamento attraverso il cibo, per anestetizzarsi, per provare piacere, per placare le emozioni o le delusioni o i travagli quotidiani: tutto questo porta al mangiare senza controllo e al “ libertinaggio alimentare “.
L’osservanza di nessuna regola ci fa vivere meglio perché solo così se non esiste la regola, non può esserci la trasgressione.
Ma la trasgressione non va evitata!!
La trasgressione diventa utile!!
La trasgressione va prevista, controllata e contenuta, non evitata, bisogna solo imparare a gestirla.
Se è possibile trasgredire, la dieta non è più uno schema fisso e fine a se stesso, ma uno strumento finalizzato a modificare il comportamento alimentare e lo “stile di vita”.
E’ necessario imparare a controllare l’assunzione di cibo rapportandolo solo alla fame, quella vera, e non alla voglia di cibo come fonte di piacere.
Questo moderno approccio, nei tempi brevi, può dare l’impressione di una minore perdita di peso rispetto alla pratica della dieta fortemente ipocalorica.
Questo accade solo nelle prime settimane perché la perdita di peso, nella dieta severa, è attribuibile ad una massiva perdita di acqua; nel lungo periodo però, dopo qualche mese, mentre la dieta severa, o fortemente ipocalorica ha si, fatto perdere dei chili che sono stati anche recuperati, la terapia “cognitivo comportamentale” avrà dato, non solo una più che accettabile perdita di peso, ma anche e principalmente l’acquisizione di una capacità finalizzata a mantenere nel tempo il peso perduto.
Questo moderno approccio avrà modificato il rapporto con il cibo rendendo autonomi e protagonisti, e non più schiavi del cibo!
Così non si cadrà più nella trappola dei sensi di colpa i quali portano verso una obesità psicogena cronica, o peggio ancora, verso l’anoressia, il binge eating o la bulimia dove il vomito acquista un significato liberatorio sia dal cibo che da quello che rappresenta.
E’ necessario evitare, dunque, tutti quei metodi dimagranti che tendono a colpevolizzare chi, suo malgrado, non riesce a stare a dieta.
E’ necessario seguire un metodo, che aiuti ad acquisire un corretto approccio con il cibo ed un comportamento razionale e coerente per raggiungere gli obbiettivi fissati.
Gestire il rapporto con il cibo significa essere informati, possedere conoscenze nutrizionali, scientificamente rapportate alle proprie esigenze metaboliche imparando a soddisfarle per sempre.
Solo così, si potrà gestire il peso senza ansie.